Per noi Snoq Napoli è importante riconfermare che la novità e l’incisività
dell’impegno politico di SNOQ è nella tensione verso una trasformazione culturale che
segni profondamente il cambiamento dei modelli nei rapporti relazionali, nel
lavoro, nell’economia, nella rappresentanza puntando a una diversa qualità
della vita del nostro Paese.
Il 13 Febbraio siamo scese in migliaia in piazza
anche per mostrare la vera immagine delle donne italiane,
donne responsabili, solari, orgogliose, creative, di lunga storia ed
esperienza, competenti, infaticabili, amanti della bellezza, dell’impegno, dei
valori della costituzione e della democrazia; donne reali, lì per denunciare anche che la televisione, la
pubblicità, i media non davano assolutamente più da tempo una rappresentazione
reale, autentica di noi tutte.
Sotto accusa, ancora oggi, da una parte le strategie economiche di una politica neoliberista le cui ricette rigettano le
donne nel precariato, sospingendole nella spirale assistenziale familiare ed
escludendole da un possibile ruolo sociale; dall’altra l’arroganza di
un potere politico culturale
dominante, fondato sui valori del denaro, del consumo, del mercato, che usa i
media per condizionare bisogni e desideri, per
imporre stereotipi sessisti
che rappresentano la donna vittima, talvolta consenziente, di un uomo, eterno cacciatore, padrone di oggetti e
persone.
I recentissimi dati ISTAT sulla crescente e grave
emarginazione sociale, quelli sulla violenza sessuale, stigmatizzati
finanche da Amnesty International e dalla commissione ONU (rapporto CEDAW)
infatti, sono la testimonianza di una
società che stenta a compiere il suo
processo civile di convivenza rispettosa delle diversità.
Oggi il CP di Se Non
Ora Quando chiede al presidente della Rai “ il 50% di donne nel Consiglio di
amministrazione e una nuova missione culturale della Rai nel loro segno e per
cambiare, con tutta la ricchezza dei linguaggi che il mezzo offre, simboli e
narrazione del paese”. Se Non Ora Quando? per la RAI
Ieri mattina 25 giugno, una delegazione di Snoq Napoli ha discusso con l’Assessorato alla Scuola e all’Istruzione del Comune la bozza per il nuovo progetto di educazione
alla cultura di genere per il prossimo anno scolastico nelle scuole di tutti
i gradi, dando continuità al percorso iniziato
Il lavoro fatto
L’iniziativa politica di Snoq Napoli di portare un focus
su l’Immagine e la Rappresentazione della donna nasce giusto per opporre a questa
politica svalutante e discriminatoria del genere un modello culturale fondato sul riconoscimento
simbolico e reale del ruolo che alle donne spetta nella organizzazione e nella
gestione della società, nella sfera
pubblica ed in quella privata.
Il 31 maggio scorso, con la premiazione dei manifesti
più originali e coerenti con il compito assegnato, si è infatti conclusa la prima fase della
campagna contro la pubblicità lesiva della dignità della donna e
della persona lanciata da SNOQNapoli attraverso il concorso “La Pubblicità e il Corpo-oggetto : un altro modo
esiste”, rivolto agli studenti napoletani di ogni ordine e grado (dalle
elementari all’Università) con il patrocinio del Comune di Napoli.
L’invito a smontare il modello proposto dalle pubblicità stradali e televisive ha raccolto l’adesione entusiastica e fortemente partecipata di più di 200 studenti e studentesse e dei loro insegnanti.
Bravi le ragazze ed i ragazzi che si sono cimentate/i,
brave le docenti che hanno raccolto e valorizzato l’iniziativa, buona l’idea che rilanciamo a tutti i
Comitati Territoriali SNOQ, per un’iniziativa di rete.
Abbiamo portato nelle scuole una proposta di
sensibilizzazione, di denuncia, di contrasto sulla rappresentazione scorretta, irrispettosa,
frustrante del Corpo-Oggetto, in particolare di quello femminile, in ambito mediatico e nel discorso
pubblico, espressione latente e non, di una aggressività e violenza maschile sempre
più diffuse nel paese. La pubblicità
sessista è per noi una delle radici della violenza sulle donne.
Nelle scuole sono stati strutturati dei laboratori
di osservazione di immagini che ricorrono nelle pubblicità
stradali di uomo, di donna, di bambini, ridotti a corpo/oggetto; di decodifica degli stereotipi e dei messaggi subliminali; di
riflessione sui valori e sui modelli dominanti, sui miti del nostro tempo; di produzione
rappresentativa di un modo diverso di
fare pubblicità.
Voci e sguardi differenti per età e formazione culturale, pur nella loro
specificità espressiva ci hanno
restituito una omogenea critica su
costumi e comportamenti della società.
La tempesta di immagini stereotipate di corpi di donne ipertrofici e seduttivi, di uomini palestrati, di bambine
ammiccanti “adultizzate”, di bambini omologati, privi di identità, inespressivi, esposti
per pubblicizzare una merce, trasformati
essi stessi in merce o in oggetti
disponibili di attrazione sessuale è lo
specchio di una società nella quale i giovani non si riconoscono.
Senza ipocriti
moralismi alcune ragazze hanno manifestato il gusto dell’esibizione del corpo, la
voglia di essere apprezzate, il desiderio
di un intervento estetico anche chirurgico per ritrovare una identità in
cui riconoscersi, l’ambizione di sfondare nel mondo dello spettacolo. Tutto ciò
non autorizza,tuttavia, a ritenere consequenziale la mercificazione del corpo,
la sottomissione al potente di turno, la rinuncia al proprio cervello, la
propria riduzione a bambola “Barbie”, l’erotizzazione della “baby model”.
Alla domanda se è possibile liberare l’immaginario dagli
stereotipi, dal sesso volgare, dalla trasgressione violenta, dal cattivo gusto,
con una pubblicità “altra”, si è risposto dalle scuole con una generosissima produzione di messaggi ed
immagini a sfondo ambientalista, pacifista, salutista, ludico, solidale, con
la rappresentazione di volti autentici,
di corpi naturali, con gusto
estetico e rispetto della persona, per
pubblicizzare un profumo per uomo, uno smalto per donna, un jeans per bambini.
E’ possibile dunque rompere gli schemi: è questa la
lezione di ottimismo che è stata raccolta dalle relatrici SNOQ nell’introdurre
il dibattito pomeridiano, tra intellettuali, rappresentanti istituzionali,
operatrici culturali e scolastiche, studiose del linguaggio di genere, di movimenti
femminili e femministi, invitate a proseguire il percorso avviato, dalla
contestazione dell’immagine offensiva, all’
affermazione di una nuova cittadinanza di
genere nel consesso della Polis.
Sono state condivise le riflessioni su alcun problematiche
ineludibili quali:
a) la responsabilità collettiva nella
perdita di valori, di sentimenti, di passioni, quando si sono assunte come
universali le distorsioni maschiliste
nell’interpretazione dell’amore come
violenza, della libertà come possesso, del desiderio come bisogno di consumo,
dell’economia come spreco, del piacere come fobia sessuale, dell’essere come
apparenza, del corpo come oggetto;
b)
la
riproposizione di nuovi stereotipi di genere all’interno di un “sessismo
democratico” per cui se è vero che in
uno stato di “diritto” è “politicamente
corretto” concedere leggi di parità alle donne, è altrettanto vero
che puntualmente le stesse siano state
limitate o cancellate da un potere maschile
non disposto a rinunciare ai privilegi e ai principi di dominio e di
sopraffazione sulla donna, storicamente acquisiti e riproposti da una
cultura neopatriarcale;
c)
l’acutizzarsi
della violenza maschile contro il
processo di liberalizzazione dei
rapporti praticato dalle donne. La libera scelta della donna nella gestione del
suo corpo e dei suoi sentimenti, la sua
eventuale sottrazione al rapporto
possessivo non è tollerata dal partner. Abituato
ad imporre le regole del gioco egli vive
come diminuzione e come sconfitta un gesto di rifiuto che lo induce ad atti
degenerativi di violenza, persecuzione, stalking, femminicidio, che spesso la società tende a
comprendere o giustificare.
E’ evidente il contrasto stridente tra questa resistenza maschile al cambiamento e la
rapida trasformazione della coscienza delle donne che rifiutando ogni forma di subordinazione
e di alienazione, non mirano certo a
contrapporsi al potere maschile, ma piuttosto ad affermare un diritto ed un
desiderio di costruire una società di
pacifica convivenza e libera realizzazione delle persone:si tratta di operare
un nuovo approccio culturale-relazionale,
La scommessa di una “rivoluzione
culturale”si gioca su due piani:
quello istituzionale, attraverso la denuncia della
violenza fisica e psicologica, la punizione rigorosa nei confronti degli aggressori, l’assistenza
alle vittime di violenza con supporti adeguati (centri antiviolenza, centri
accoglienza); un adeguato lavoro e sostegno per gli uomini maltrattanti
quello della formazione ed educazione ai
sentimenti, all’erotismo, ai linguaggi di genere che coinvolge in prima istanza
la cultura scolastica, i media, i costumi e comportamenti collettivi.
Il lavoro che
intendiamo fare
In tale direzione stiamo costruendo una rete di rapporti sociali
per una ampia articolazione di interventi
che deve vedere protagonisti attivi, insieme al movimento Snoq e alle
istituzioni municipali che stiamo coinvolgendo, genitori e studenti,
giornalisti, pubblicitari, editori, artisti ed esperti multimediali, nell’obbiettivo di
una azione di sensibilizzazione e di educazione al rispetto dei generi. Ipotizziamo
quindi l’attivazione di un laboratorio
sperimentale che offra strumenti di
comprensione, di prevenzione e di
contrasto tra i quali :
1.
cogliere
ed eliminare il sessismo dal materiale educativo;
2.
promuovere
interventi di sensibilizzazione con genitori e case editrici;
3.
insegnare
diritti e obblighi uguali tra maschi e femmine in famiglia, a scuola, nella
società;
4.
fare
attenzione ai giochi sin dalle scuole d’infanzia e al linguaggio nei libri di
testo;
5.
sensibilizzare
alle problematiche relazionali, al distinguo tra gioco e violenza;
6.
rilanciare
un’educazione ai sentimenti, alla formazione del pensiero libero, al piacere
del sesso nel rispetto del corpo e delle diversità.
7.
formare
un’educazione alla cittadinanza con un esercizio quotidiano di attiva e
consapevole partecipazione alla vita
della Polis.
Snoq Napoli